Terre De La Custodia: tradizione agricola e sostenibilità ambientale.

Si è svolta martedì 14 luglio a Roma, la presentazione della cantina Terre de La Custodia. Teatro dell’evento la splendida Nuova Villa dei Cesari, sulla Via Ardeatina, ambita e rinomata location per eventi e cerimonie, immersa nel verde e a pochi passi dalle Catacombe di S. Domitilla

La serata è stata condotta dal giornalista Vittorio Ferla, Giampaolo Farchioni, titolare e dal Brand Ambassador,  Daniele Sevoli.

Giampaolo Farchioni e Daniele Sevoli

La cantina è situata tra le colline di Gualdo Cattaneo, a soli 5 chilometri da Montefalco che insieme a Bevagna, Castel Ritaldi e Giano dell’Umbria, costituiscono l’areale di produzione della D.o.c.g. del  Sagrantino, una delle varietà di uva più tanniche al mondo.

Giampaolo Farchioni e Vittorio Ferla

Il Sagrantino è l’uva simbolo di questo territorio e nonostante sia un vino storico, addirittura divino, la sua evoluzione è abbastanza recente.

Prodotto in origine solo nella versione passita, era utilizzato come vino da messa per celebrare i “sagramenti” ed  era conservato nelle “sagrestie”,  da qui forse l’origine del nome. Una tradizione scivolata nel dimenticatoio negli anni sessanta, a seguito della minore richiesta di mercato. Vista ormai la produzione limitatissima per evitare che anche il vitigno venisse abbandonato, si pensò fortunatamente di produrre il Sagrantino secco.

La vendemmia del 1972 costituì la prima prova di vinificazione di Sagrantino secco e nello stesso anno  fu presentata la richiesta della denominazione di origine controllata, fissando il disciplinare e la delimitazione della zona di produzione.

Fautore di questa rinascita fu Arnaldo Caprai che,  nel 1971 comperò i primi ettari  e contribuì in maniera decisiva alla ripresa economica del territorio, seguito successivamente da altri vignaioli che abbracciarono l’idea.


L’azienda, proprietà della famiglia Farchioni, conosciuta in tutto il mondo per la produzione di olio, affonda le sue radici nel cuore dell’Umbria, regione scelta sin da subito dagli etruschi per la coltura della vite maritata e costellata nei secoli successivi da monasteri, luoghi di coltivazione della vite nel Medioevo; qui la scelta del nome  Terre de la Custodia, che abbraccia appunto l’idea conventuale di custodire la vite e la vigna e tramandarne segreti e peculiarità nei secoli a venire.

Un’azienda che vive di tradizioni agricole dal 1780 e che al contempo, grazie alla guida del giovane Giampaolo Farchioni, porta avanti una filosofia basata sulla gestione responsabile dei trattamenti, limitandone l’uso e volgendo lo sguardo verso una sostenibilità ambientale ed economica per stare al passo con i tempi, grazie anche al supporto di un’illustre figura nel panorama dell’enologia internazionale quale il Dott. Riccardo Cotarella che nei vini in degustazione ha apposto la firma, data dall’eleganza e la morbidezza, con un tocco internazionale.

Dalle bollicine agrumate del metodo classico Gladius, annata 2015 – sessanta mesi sui lieviti e non sentirli, con blend di Chardonnay e Pinot Nero –

si è passati alla frutta a pasta gialla e alla pera prorompente del Montefalco Grechetto 2019  con maggioranza di Grechetto di Todi e una parte di Grechetto di Orvieto,

e poi preparare i sensi alla freschezza e ai sentori balsamici del rosato 2019 da Pinot Nero, Merlot e Sangiovese con vinificazione separata.

Per passare al Montefalco Rosso Riserva D.o.c. Rubium 2014, morbido con aroma di frutti rossi e un sentore di torrefazione, composto da Sangiovese al 70%, Sagrantino e Merlot e lasciarsi coinvolgere dal Montefalco Sagrantino D.o.c.g. 2015, con un’esplosione di confettura, frutti di bosco e prugna secca.

E concludere con Montefalco Sagrantino Passito 2015, prodotto da sempre dai frati in quanto vino da messa, morbido, vellutato, con la persistenza dei frutti rossi, del cacao, caramello e spezie di pasticceria. 

Un viaggio alla scoperta dell’Umbria, terra dei sapori morbidi, dove questa cantina ogni giorno lavora con rispetto per l’ambiente e per un futuro sostenibile, cercando ogni anno di creare vini sempre più complessi ed eleganti.

Di Catia Minghi e Francesca Romana Bragaglia

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