ANTONELLA PACCHIAROTTI Aleatico per passione!

Nello splendido territorio del  comune di Grotte di Castro,  sulle colline affacciate sul lago di Bolsena, nel 1998, Antonella Pacchiarotti, decide di acquistare i terreni ed impiantare la vigna,  dando vita all’azienda agricola omonima.  “Fino a quel momento mi ero occupata prevalentemente dei miei 3 figli, così, visto che loro stavano crescendo e diventando indipendenti, ho traslato l’attitudine all’allevamento, decidendo di occuparmi di vigna e di viti che come i figli, si allevano.”

Un’impresa difficile e coraggiosa che si è dimostrata vincente, quando Antonella, per consolidare maggiormente il legame con il terroir, al posto dei vitigni internazionali più conosciuti, decide di puntare sul vitigno più nobile della zona del Lago di Bolsena, l’Aleatico. “Infatti la doc Aleatico di Gradoli è la seconda Doc più antica d’Italia (1972) e l’Aleatico è un vitigno davvero sorprendente, eclettico ed indimenticabile per chi lo incontra sul proprio cammino di degustazione”.  Da un unico vitigno sono nate 6 declinazioni di aleatico: Ramatico, Pian di Stelle, Matèe, Cavarosso, Turan e Butunì.

In tutta la vigna due cloni di Aleatico: uno più classico che Antonella riserva ai vini dolci e l’altro dal grappolo più grande, compatto e più scarico di colore destinato alla produzione del Matèe e del Ramatico.

La cantina si trova nel centro storico di Grotte di Castro, dove Antonella ci ha accolto con entusiasmo ed organizzato la degustazione. Una produzione di nicchia di circa 10.000 bottiglie annue e solo negli anni migliori.

Amalasunta 2011: un vino fuori produzione che Antonella vinificava con le uve di un terreno vicino. Trebbiano, malvasia ed un pizzico di moscato. Un vino nato per essere destinato al consumo rapido. Questa bottiglia, riservata allo storico aziendale, è risultata molto elegante, una leggera nota ossidativa giocava a favore, ma ancora fresco e molto territoriale. Il nome ricorda Amalasunta, regina degli Ostrogoti, figlia di Teodorico, imprigionata in una rocca dell’isola Martana sul Lago di Bolsena.

Mateè – Aleatico 100% 13,5°  Miniverticale di tre annate: 2015 Fresco, sapido, note agrumate. 2016  Più floreale  fruttato, grande acidità e tantissima eleganza. 2017 vino di grande materia, esprime perfettamente tutte le caratteristiche del territorio.

Ramatico – Aleatico 100% . Anche qui la generosità di Antonella ci regala una mini verticale: 2017 gran bella acidità, sapido, fruttato e floreale. 2018 complesso al naso, frutta macerata, note di ginestra e camomilla, caffè, spezie dolci, tannini morbidi e setosi che conquistano. 2019 un’annata bellissima in vigna e maggiore acidità. Molto intrigante al naso ma forse non ancora definito. Giovanissimo, appena imbottigliato, in bocca si scopre un po’ di più, e lascia spazio all’immaginazione e al desiderio di riassaggiarlo tra qualche mese.

Relativamente al Ramatico, bisogna sapere che questo vino nasce per caso.  Come sempre il periodo della vendemmia è un periodo particolarmente importante per i viticoltori e rappresenta il coronamento del lavoro di un anno. Antonella messe le uve in pressa, essendo digiuna dalla sera precedente,  si concede una piccola pausa per mangiare un panino con la porchetta che a Grotte arriva il mercoledì con il mercato settimanale. Terminata la pausa, aziona la pressa e allibita constata che fuoriesce  liquido rosato. Telefona subito all’enologo ma oramai non era possibile rimediare altrimenti e decide di portare avanti comunque la vinificazione. Inutile dire che il vino incontrò immediatamente il favore del pubblico e da allora, una leggera sosta sulle bucce è divenuta uno  standard di vinificazione per il Ramatico.

Pian di Stelle: altra declinazione dell’aleatico in purezza. Un rosato floreale e fruttato, rosa e ciliegia si mescolano in un sorso fresco e gradevolmente aromatico. Il vino prende il nome da una magnifica piana collinare a ridosso della proprietà in cui, nelle serate favorevoli si può ammirare il manto di stelle riflesso nel lago di Bolsena.

Cavarosso 2016: solo 1000 bottiglie. Un’annata che meritava di essere invecchiata e da poco in commercio.  Fermentazione controllata, batonnage e delastage. Sfumature violacee, note suadenti di rosa canina e amarena, una leggera speziatura. Tannini morbidi e setosi. 2019 Un’ottima annata per la vendemmia. Il Cavarosso esce già perfettamente pronto da bere, nonostante i 14° di alcool stupisce per la freschezza e la grande bevibilità. La frutta rossa è croccante, violetta e rosa canina, un’esplosione di spezie ed è una gioia condividerlo.

Butunì 2017: aleatico tradizionale dolce, molto equilibrato di grande bevibilità.

Turan 2011: una versione più complessa dello stesso vitigno. Le uve sono sottoposte ad appassimento su graticci a temperatura ed umidità controllate per un periodo variabile in funzione delle annate. Una permanenza sulle bucce più lunga. Vino elegante mai stucchevole, dal giusto tenore zuccherino e alcolico perfettamente bilanciato da una buona acidità. Prende il nome da Turan dea dell’amore e della fertilità.

I vini di Antonella Pacchiarotti rispecchiano fedelmente il suo carattere vulcanico, eclettico, estroverso, gioviale, estremamente ospitale, e come lei, portano una ventata di gioia, di allegria e convivialità. 

Di Catia Minghi

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